lunedì 21 gennaio 2013

Bali, il mercato delle copie artistiche

Lo scienziato dello spirito Rudolf Steiner dice che la differenza tra noi umani e gli animali è che per gli animali ogni specie ha uno spirito di gruppo, che accomuna tutti i suoi membri ed a cui partecipano come fossero, appunto, un solo essere. Ecco per esempio il motivo delle meravigliose evoluzioni sincroniche di uno stormo d'uccelli. Rigurdo gli esseri umani, invece, ogni membro partecipa di uno spirito individuale, come se ogni persona costituisse una specie a sé, identificabile attraverso la sua unica ed irripetibile biografia.

Questo paragone lo riporto per parlare dei documentaristi.

Ogni autore fa parte di una specie a sé ed è impossibile parlare di uno stile specifico che possa accomunare tutti i documentaristi. Ognuno ha il suo, acquisito attraverso le esperienze di vita e la sua specifica sensibilità estetica. E' vero poi che si può delineare genericamente uno stile comune a differenti autori, ma nello specifico ogni vero autore propone un discorso contenutistico ed estetico autonomo a se stante.



Tutto ciò di cui parlo quindi in questa sede riguardo il mondo del documentario si riferisce solo a me stesso e nessun altro. Magari esistono documentaristi che possono anche creare una scuola che funga da modello per altri, ma certamente non è il mio caso.

La struttura referente dei miei lavori è stata Magazzini Einstein, un format televisivo che si è sempre occupata di arte. Quando nel 2008 ero laggiù a Bali, Indonesia, abbacinato e immerso in un panorama estremamente variegato, colorato e ricco di arte vissuta da una cultura millenaria, che ha sempre intrecciato l'arte, la spiritualità e il talento artigianale dei suoi abitanti, è stato quindi a quel format che mi sono ancora una volta adattato.

Si è trattato di valorizzare l'aspetto divulgativo della storia dell'arte balinese e quel format era perfetto per poterlo contenere. La necessità della divulgazione didattica per me ha sempre rappresentato un a-priori stilistico che continua ancora adesso ad offrire la mia maggior motivazione ispirativa. E così che si è formato il concept del documentario "La Fonte Balinese" sulla storia dell'arte balinese, di cui parlerò nel prossimo post.

Nella stessa struttura Rai intanto nel 2006 nasceva ArtNews, un magazine settimanale sull'arte costituito da brevi servizi esterni, presentato dalla responsabile della struttura Maria Paola Orlandini. Nel 2008 viene inserito nel magazine un mio breve servizio tratto da quel documentario che parlava del mercato delle copie artistiche a Bali.

Alla stregua del carattere cinese ed estremo orientale, i Balinesi sono bravissimi a riprodurre esattamente, non solo un quadro specifico, ma un certo stile di successo, per sfornare decine e decine di copie di livello, tutte diverse ma tutte con quel certo stile, in grado di soddisfare il gusto del mercato internazionale che già all'epoca si andava creando rapidamente.

E' qui che l'arte sfonda decisamente nel campo del design e dell'arredamento. Ai Balinesi in generale non interessa un tubo della ricerca espressiva legata ai tormenti esistenziali di un singolo artista. A loro interessa godersi la vita, vendere e fare del quadro un oggetto come un altro in grado di abbellire la casa dei propri clienti. Per questo che molti artisti veri, quelli di formazione occidentale, preferiscono non esporre a Bali, perché il giorno dopo l'inagurazione della propria mostra, si ritroverebbero per le strade decine di copie del loro prodotto unico, ma con tutte le variazioni possibili.

Potremmo dire che nell'arco di pochissimi anni i Balinesi sono passati direttamente da una vita rurale, immersi nella natura, senza acqua corrente ed elettricità in casa, ad una vita post-moderna ispirata in pieno all'impostazione di Benjamin che postula l'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. In questo caso la riproducibilità tecnica è rappresentata dal grandissimo talento artigianale di un popolo che non ha perso la propria anima, cioè è in grado di usare con estrema maestria le proprie mani per fare qualsiasi cosa.

La descrizione del servizio andato in onda, inserito a suo tempo su YouTube, recita:
Il boom turistico a Bali ha indotto molti contadini a diventare artisti autodidatta e scoprire che l'arte rende molto più che lavorare la terra. D'altra parte perché trascurare una richiesta d'arte sempre maggiore che proviene da ogni parte del mondo e che copre sia il mercato delle copie che quello degli originali, con tanto di certificato di autenticità?

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